Nel Cilento, la terra in cui mi vanto di essere nato, c’è un paesino di 2.200 abitanti in cui il Sindaco vuole costruire una statua gigante di Padre Pio. Davvero, non sto scherzando: è alta 85 metri e costa 150 milioni di euro. Nessuno riesce a capirne il motivo, e non si spiega perché un’idea tanto geniale non fosse mai venuta in mente a nessuno. Quello che si sa, invece, è che ad Ogliastro Cilento non c’è la banda larga, non c’è un ospedale, le strade franano di continuo per il dissesto idrogeologico, e spesso viene a mancare pure l’acqua corrente.
E quindi questo lungimirante amministratore pubblico – anziché perdere tempo in opere di risanamento, piani di gestione, cultura e sviluppo delle eccellenze e delle identità locali – ha pensato bene di investire 150 milioni di euro per costruire un monumento gigante al feticismo religioso. Forse per avercelo più grande di tutti gli altri (il monumento), forse per chiedere una grazia divina contro le frane (pare che Padre Pio fosse un ottimo geologo), forse per attirare ondate di altri superstiziosi (in The Walking Dead ha funzionato).
Un modo di fare ignorante, diseducativo e provinciale – come dice Philippe Daverio – non perché è fatto in provincia ma perché ha bisogno di creare stupore sulla quantità per farsi notare. Un insulto all’intelligenza e alla conoscenza umana: per me si potrebbe pure realizzare, se non fosse per il fatto che andrebbe realizzato con i nostri soldi, sul nostro pianeta e senza una statua di Batman di pari dimensioni.
Intanto, da qualche giorno nei cieli di Ogliastro Cilento è comparsa una scritta con le nuvole: “Smettetela di pregarmi, tanto non attacca”. Ma pare fossero scie chimiche.