Anna Muzychuk ha 27 anni ed è la campionessa del mondo di scacchi. Nei prossimi giorni perderà i suoi due titoli – rapid e blitz – per essersi rifiutata di partecipare ai Mondiali di Scacchi che si tengono in Arabia Saudita dal 26 al 30 dicembre.
“Non voglio portare l’abaya (la tunica d’ordinanza in alcuni Paesi musulmani) e non voglio sentirmi una creatura di seconda categoria” ha scritto sul suo profilo, annunciando il boicottaggio della manifestazione, che verrà disertata anche dalla sorella Marija Muzyčuk, campionessa del mondo di scacchi nel 2015.
Anna ha deciso di non piegarsi alle leggi sessiste di un Paese che considera inferiori le donne e le obbliga ad indossare l’abaya, a camminare per strada accompagnate da qualcuno, a non poter guidare l’auto, né entrare in un cinema o assistere ad un evento sportivo.
A costo di perdere i suoi titoli e saltare un campionato mondiale in cui avrebbe guadagnato quanto in una dozzina di competizioni messe assieme, pur di difendere i suoi diritti e i suoi principi di libertà, rispetto e uguaglianza. “La cosa più terribile è che a nessuno interessi” dice Anna su Facebook. Non è vero, a me interessa.
Italy stands with Anna, Italy stands with freedom and equality.