Quando da bambino tutti volevano fare i calciatori, io volevo fare l’astronauta. Non a caso avrei poi studiato Ingegneria Aerospaziale. Quando sono cresciuto, invece, sono diventato più ambizioso: ho deciso che da grande avrei fatto tutto quello che avrei voluto fare. Ho iniziato così a lavorare sodo per costruirmi la libertà di creare e poter realizzare ogni idea che meritava di essere realizzata. Negli anni, tante di quelle che prima erano solo passioni da coltivare nel tempo libero sono diventate il mio lavoro a tempo pieno, ed ho avuto la possibilità di farle crescere fino a guadagnarci per vivere. Tuttavia, questa vita aveva anche delle controindicazioni. Una in particolare.
“Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita” pare abbia detto Confucio. Io potrei pure essere d’accordo ma, quando il tuo lavoro coincide con le tue passioni, succede che la tua vita professionale e la tua vita privata si fondono. Il tuo lavoro è il tuo tempo libero, il tuo tempo libero è il tuo lavoro. Ti svegli la mattina e hai il privilegio di poter dedicare l’intera giornata a quello che più ti appassiona, quasi come se fossi in vacanza tutto l’anno. E quindi lo fai per tutto il giorno, tutti i giorni: quando sei in ufficio, quando esci, quando torni a casa, quando viaggi, di notte, nei weekend, in vacanza. Quando non lo fai, continui comunque a pensare, inventare, elaborare, e non vedi l’ora di poterci rimettere le mani. In pratica, lavori sempre. E non lo fai perché “devi” ma solo perché ti piace e hai voglia di farlo per tutto il tempo che puoi.
Un giorno mi sono fermato a riflettere su questa cosa e, per la prima volta, mi sono reso conto che un uomo può diventare schiavo della propria libertà. Non deve succedere necessariamente, ma è un rischio e in quanto tale va tenuto in considerazione. Anche le sovrastrutture che uno ha messo in piedi per creare le proprie ambizioni possono diventare una prigione, che ti costringe a fare “quello che va fatto” a discapito di quello che avresti voluto fare davvero senza preoccuparti del resto. Dall’altro lato, sarebbe stupido rinunciare a fare quello che sia ama, e non avrebbe senso bloccarsi o impedire a se stesso di dedicarsi al proprio progetto (che magari inizia anche a mostrare dei risultati) solo perché hai già lavorato abbastanza.
Quel giorno ho deciso che di tanto in tanto, senza preavviso, avrei messo alla prova la mia libertà. Una sorta di ispezione a sorpresa nella mia vita, nella mia mente e nel mio cuore, per assicurarmi di non essere diventato schiavo di me stesso senza accorgermene. Perché essere davvero libero di creare e vivere delle proprie idee vuol dire anche essere libero di farle morire o di non realizzarle mai. A molti di voi potrà sembrare stupido o insensato, ma per me significa distruggere tutti gli equilibri e gli schemi che hai creato per rimescolare le carte di tanto in tanto. Far saltare il banco e ricominciare tutto da zero.
Oggi ho ritrovato una foto che ho scattato nel 2014. Rappresenta il mio personale ricordo del giorno in cui diedi via tutti i soldi che avevo guadagnato nella mia vita per una cosa molto importante che non vi dirò. Rimasi con 8 euro e 46 centesimi. Tabula rasa. E il giorno dopo ricominciai a giocare.