Credo che l’Italia stia gestendo bene l’emergenza sanitaria, nonostante errori, scelte confuse e tempi sbagliati. D’altronde, se così non fosse, non staremmo affrontando la più grande emergenza del Paese dalla seconda guerra mondiale. Ma di questo ne hanno già parlato tutti, io invece voglio ragionare sul lungo periodo per capire cosa succederà dopo. Uno che ragiona così è sicuramente Giuseppe Conte, che dal suo primo giorno di Governo ha iniziato a lavorare ad una strategia per costruire la propria autonomia politica. E da allora la sta seguendo in maniera impeccabile, con una dedizione militare, dimostrando di aver visto e rivisto con la massima attenzione tutte le stagioni di House of Cards.
Prima scelto come burattino per essere manovrato a quattro mani da Salvini e Di Maio. Poi manovrato a turno. Poi conteso tra i due. Ad un certo punto, coglie l’occasione perfetta per farne fuori uno (il bullo che voleva far cadere il Governo) e rendersi indipendente dall’altro (parcheggiato in un ministero). Con un discorso al Senato dà il colpo di grazia a Salvini, ma soprattutto segna il momento esatto in cui smette di interpretare il ruolo di burattino ed entra nei panni di un altro personaggio: lo statista. Composto, educato, moderato. Da quel momento, Rocco del Grande Fratello iniziare a camminare dietro di lui e non più davanti. Insomma, l’uomo perfetto per non fare brutte figure in pubblico e trovare un equilibrio tra PD e M5S. O per costruire un’alternativa ad entrambi.
L’esplosione del Coronavirus in Italia ha stravolto tutto. Se c’è una cosa che non è cambiata, però, quella è la strategia di Giuseppe Conte. Anzi, si è rafforzata. Perché in questi casi, quando ti ritrovi a dover gestire un’emergenza in prima persona, c’è chi preferisce non esporsi più del necessario (come il ministro della Salute Roberto Speranza) e chi invece ha di nuovo l’occasione perfetta per dare una spinta alla strategia, stavolta accentrando tutta la visibilità per rafforzare la propria immagine e amplificare un consenso legato alla persona, senza più alcun riferimento al partito.
La strategia parte sempre dalla comunicazione: tutti gli annunci e le informazioni vengono diffuse non dai comunicati stampa, non dai siti web istituzionali e neanche dai canali social di Palazzo Chigi, ma direttamente dalla pagina Facebook personale di Giuseppe Conte. Qui ogni comunicazione si trasforma in un discorso alla Nazione, trasmesso con almeno 30 minuti di ritardo. Io non sono tra i complottisti che credono al ritardo voluto per aumentare la suspense (dunque followers e interazioni), ma se così fosse allora sarebbe stata la mossa giusta: 1.196.000 follower in più su Facebook, 398.000 in più su Instagram e 118.000 in più su Twitter in una settimana.
Non è questo il problema, anzi è una strategia pianificata bene e realizzata meglio.L’errore arriva quando il Presidente del Consiglio si fa prendere la mano, e sceglie di anteporre la propria strategia personale al ruolo istituzionale che ricopre. Conte ha la smania di voler annunciare i decreti che non ha ancora firmato, provvedimenti delicatissimi che definiscono le sorti di 60 milioni di italiani, al punto da collegarsi su Facebook di notte pur di non aspettare il giorno dopo.
È un errore, anche se ti fa guadagnare 500.000 follower per un’ora di attesa. Perché un annuncio approssimativo, senza un documento definitivo e consultabile sulla Gazzetta Ufficiale, manda nella confusione più totale famiglie, imprese, dipendenti, negozianti e professionisti. Allo stesso modo, la gente spaventata corre ad ammassarsi davanti ai supermercati temendo di non poter fare la spesa. È lo stesso errore commesso (non da Conte) con la diffusione della bozza di decreto per chiudere la Lombardia, e conosciamo bene l’esodo che ha scatenato con le gravi conseguenze sulla diffusione del contagio.
Dunque, è giusto pensare alla strategia in un momento come questo? Certo, è il momento perfetto. È giusto dare priorità alla propria strategia rispetto alla corretta comunicazione istituzionale? Assolutamente no, soprattutto in un momento come questo. Non può essere tutto marketing, grandi annunci e discorsi alla Nazione. Ma gli italiani dimenticano, mentre i follower restano.
(Crescita del profilo Instagram di Giuseppe Conte)
(Aumento degli iscritti alla pagina Facebook di Giuseppe Conte durante le dirette streaming)